Yoga e Sivaismo Tantrico

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Dott. Enrico Casagrande Pedagosita, Maestro Yoga Alliance (Italia/International) ERYT 250 PLUS, Insegnante scolastico

Dott. Enrico Casagrande Pedagosita, Maestro Yoga Alliance ERYT 250 PLUS

Yoga e Sivaismo Tantrico  articolo cortesia  Dott. Enrico Casagrande, Pedagogista e Maestro Yoga  ERYT 250 PLUS

Il contesto

La cornice storica è quella dell’India dell’XI sec. che vede una fase d’armonia tra il buddhismo e l’induismo. Pratiche esoteriche dagli aspetti quasi orrorifici dove spaventose dee che possono manifestare salvifiche potenze a favore del devoto più sincero convivono con sentieri di pace integrale ed ascesi pressoché priva di avvenimenti drammatici. Miti, riti, visioni e pratiche centrate sulla più ferrea logica non paiono causare alcun nocumento le une alle altre. È all’interno di tale orizzonte di senso che trova il terreno più fertile la nascita di una nuova scienza dell’estasi, il Tantra.

Tantra come sistema  

La parola indica il tessuto sul quale si distende l’articolato sistema che porta il praticante a conoscere quelle che dovrebbero essere le inconsce energie in grado di condurlo alla piena realizzazione del proprio potenziale. Egli andrà realizzando in sostanza di essere parte della Coscienza cosmica (Parama Purusa) dalla quale tutto promana. Lo Siva induista, evoluzione del dio vedico Rudra, viene introiettato diviene  Isvara attraverso una ritualità assai articolata composta da: visualizzazioni; ripetizioni di mantra specifici per ogni fase evolutiva del devoto come pure assegnati ad ogni parte del suo corpo inteso come microcosmo con una sua fisiologia mistica puntale; asanas ed esercizi di concentrazione sugli yantra, le geometrie che ineriscono al punto centrale dell’individualità umana che trova corrispondenza con Parama Purusa; kundalini, il serpente divino arrotolato al coccige che proprio la sadana o pratica spirituale lo ridesta fino a salire lungo tutto il corpo del praticante portandolo alla realizzazione del Sé ovvero alla consapevolezza della propria divina natura e dell’illusorietà di maya, la rappresentazione.

Se il fertile terreno culturale che permette la nascita del Tantra è quello testé descritto è comprensibile come una commistione di saperi provenienti da pratiche psico – fisico – spirituali abbiano avuto modo di essere gradualmente integrate e sistematizzate. Evidente in questo senso la presenza della dolce devozione (la bhakti) di origine visnuita ed il rigido ascetismo che consuma l’individuo (tapas) presente sin dalla più antica letteratura vedica possono poter consistere. Il Tantra qui descritto è quello proprio della cultura dell’India induista ma tale eresia trovò modo di diffondersi con forme adattate al contesto pure nell’ambito del buddhismo sebbene non abbia potuto attecchire come avvenuto nel panorama indiano induista.

Quello della ritualistica è un tema documentato da una ricca letteratura, il mito asserisce che i testi svelati dallo stesso Siva siano circa una novantina. La loro trasmissione fu originariamente orale, solo in seguito vennero sistematizzati in opere scritte: questo rende complessa e contraddittoria una precisa datazione. Tra le opere principali va fatta menzione a Tantraloka scritto da Abhinavagupta, presso l’attuale Kashmir tra il X e l’XI secolo, nel quale la vita dell’Universo viene compresa dal mistico attraverso l’esperienza diretta della mancata scissione del corpo individuale dalla creazione che lo circonda.

Siva e Parvati

Il tantrismo vede nell’ideale unione tra Siva e la sua sposa Parvati la conciliazione degli opposti e quindi: maschile e femminile, pensiero ed azione, anima e materia. Tutto ciò porta all’armonia universale alla quale anela il praticante. All’atto pratico l’incontro tra Siva e Parvati trova in una fase iniziale della ritualistica una notevole enfasi sull’unione sessuale da intendersi come azione funzionale alla generazione di fluidi vitali da offrire alle divinità. La cerimonia di tipo sessuale ha lasciato nel tempo lo spazio al culto interiorizzato dove l’unione viene sublimata. Va ricordato come la sessualità nell’ethos induista non abbia connotazioni peccaminose. Numerose sono le testimonianze pittoriche e scultoree che fungono da simbolo della possibilità di trascendere la condizione esistenziale essenzialmente dolorosa dell’uomo pure attraverso una ritualità come quella appena descritta che peraltro trova ancora un certo favore presso centri e relativi maestri anche occidentali. Ciononostante, come visto, il Tantra ha via via assunto un carattere sempre più svincolato dalla dimensione della sessualità per arrivare sino ai giorni nostri in forme che possono ricordare adeguatamente le sue origini.

Il tantrismo odierno: la realtà di Ananda Marga 

Complesso sarebbe raccogliere nella brevità del presente scritto le numerose articolazioni, scuole e sette dove oggigiorno si pratica un Tantra fedele alla tradizione. Prendiamo come apprezzabilmente valida la via indicata dal maestro contemporaneo Shrii Shrii Anandamurti (1921 – 1990), al secolo Prabat Ranjan Sarkar. Nel 1955 Anandamurti fonda Ananda Marga (il sentiero della beatitudine) alla quale pone il duplice obiettivo dell’autorealizzazione del praticante e del servizio all’umanità. Il maestro è persuaso dell’idea che solo attraverso una società equa possano fondarsi le basi per una serena ed efficace pratica del Tantra e, di converso, una tale pratica della disciplina in questione possa essere la via maestra per fondare una società imperniata sull’equità. La via spirituale insegnata da Anandamurti si attiene fedelmente alla tradizione tantrica sistematizzando le pratiche descritte nella prima parte del presente scritto e mettendo un forte accento sulla relazione maestro – allievo. Una pedagogia questa che richiede un lungo e preciso praticantato frutto di uno studio costante dell’allievo monitorato dall’attenta competenza del proprio mentore